Dopo tre notti a Venice (Santa Monica), nella via dei nostri amici italiani, lasciamo Loas Angeles, ma prima ci facciamo una bella doccia sulla spiaggia. Erano due settimane che ci lavavamo solo con delle taniche da un gallone. Ci fermiamo ad un mercato sulla strada, il primo che vediamo negli Stati Uniti. La frutta è perfetta e buonissima, ma ha prezzi proibitivi. L’unico frutto che costa poco sono le banane.
La seconda strada più nota degli Stati
Uniti, dopo la Route 66, è la Pacific Coast Highway che si snoda lungo la costa pacifica, da San
Diego fino al Canada. Il tratto più bello sembra essere proprio quello che
abbiamo percorso noi, tra Los Angeles a San Francisco. Pensavamo che la guida
esagerasse alla grande, quando la definiva “Il
più grande incontro di terra e mare esistente al mondo” (frase del
romanziere Rober Louis Stivenson), invece anche noi ne siamo stati ammaliati:
ogni curva invita a fermarsi, a scattare
una fotografia, a contemplare il paesaggio, ad annusare i profumi. La Pacific
Coast Highway fu dichiarata prima autostrada panoramica dello stato nel 1966.
Dovevamo impiegare due giorni per percorrerla, invece ne abbiamo impiegati tre. Centinaia di km di costa rimasta incontaminata, senza grandi città e con pochi segni di insediamenti umani. Gran parte della costa è protetta da una serie di parchi statali, coperti di fitti boschi con ampi fiumi, vicino al frangersi delle onde del mare a breve distanza dalla strada.
Uno di questo parchi, l’Ano Nuevo State Park, ospita la
più grande colonia esistente al mondo di elefanti marini. Sono lì, tutti
spaparanzati a prendere il sole sulla spiaggia, ogni tanto un maschio corteggia
una femmina, oppure alza nuvole di sabbia con la coda. Più avanti vediamo
foche, camosci e cormorani: così tanti che le rocce sono ormai tutte bianche
per il “guano” (escrementi) che contiene nitrati e fosfati.
…anche
le balene
In questo paradiso naturale abbiamo visto pure le balene,
tante, sei o sette, al largo, ma ben distinguibili dal getto d’acqua verticale
e dal loro verso. Siamo rimasti tanto tempo ad osservarle.
Infine, 50 miglia prima di san Francisco, ci siamo
fermati al Pigeon Point Lighthouse Hostel (www.norcalhostels.org/pigeon),
un ostello ricavato dai vecchi alloggi del guardiano del faro. Una vera favola.
Piccolo intoppo
Oggi abbiamo fatto il bucato, peccato che Paola abbia
dimenticato alcuni vestiti dentro la lavatrice… ovviamente non erano i suoi!
Ovunque profumo di mare e di fiori
Elefanti marini al sole
Corteggiamenti
La spiaggia di sabbia bianca di Carmel
Il cipresso solitario, simbolo del parco
Un ostello nella vecchia abitazione del custode
La prima doccia dopo due settimane
Chiesa spagnola di Santa Barbara
1000 $ di multa se butti i rifiuti per terra
Anche lui contempla il maree le balene
Balene
Balene
Mucche al pascolo
Femmina di cervo
Cormorani
Foche al sole
Carissimi amici, vi faccio i complimenti per i vostri entusiasmanti resoconti e le bellissime foto. Pessoa diceva "che è in noi che i paesaggi hanno paesaggio. perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo. La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo". E voi siete davvero delle belle persone! Vi abbraccio. Enzo
RispondiEliminaPS: Pensate di andare anche a Las Vegas? Se sì posso permettermi di farvi una piccola richiesta?
Ah, Pessoa e il suo libro dell'inquietudine, la Bibbia di ogni animo umano.
EliminaGrazie di queste bellissime citazioni che non ricordavo.
Mi sa che te le copio e le metto sotto il titolo.
Si passiamo per las vegas, chiedi dai... un abbraccio caro rug e paola