Questa seconda notte in auto è stata più tranquilla della
prima, il parcheggio dell’hotel era proprio silenzioso. Ha piovuto molto verso
mezzanotte, con tuoni e lampi, e noi dentro la nostra scatola di latta a
goderci il piacevole suono della pioggia. Comunque fa caldo, sia di giorno che
di notte, il freddo di Chicago è un vecchio ricordo, in auto abbiamo sempre l’aria
condizionata accesa, in sintonia con gli americani che la sparano a manetta
anche nelle chiese.
Da Rolla (nel Missouri) partiamo di buonora con una fitta
nebbia. Si vede veramente poco, ma tutti corrono comunque. Arriviamo a
Crathage, una cittadina che risale all’epoca di secessione con al centro un
castello alquanto insignificante (ma non per loro, visto che non ne hanno tanti
altri) e un bel bar con i ricordi di quelli che transitavano lungo la Ruoute
66. Qui la macchina fotografica di Paola decide di formattare la scheda da sola
cancellando quasi tutte le foto. Per fortuna ci sono le mie.
Man mano che ci si sposta verso sud la strada diventa più
interessante. Abbandoniamo definitivamente le estese coltivazioni che hanno dominato
l’Illinois, diminuiscono i boschi che si trovavano spesso in Missouri orientale
e cominciano le praterie, le mandrie e i ranch. Le esposizioni di cimeli e le
vecchie stazioni di servizio arrugginite si susseguono una dopo l’altra, tutte
gestite da pensionati volontari, sempre molto gentili.
Oltrepassiamo il
confine con il Kansas, lo stato spesso flagellato dai tornado, e dopo soli 21
km la route 66 entra in Oklahoma dove visitiamo dei totem indiani in una
piccola area ormai diventata un museo. Da Maimi (Oklahoma) ad Oklahoma City la
superstrada è a pagamento, per cui la Route 66 è un po’ più trafficata, ma comunque
si corre bene. A Mc Lean troviamo un paese pieno di murales relativi alla
mitica strada e ad Amarillo ci fermiamo a mangiare al famoso Big Texan Steak
Ranch, dove servono bistecche da 2 kg!. Ad un certo punto lungo la strada
vediamo un tipo che trascina un’enorme croce: è un giapponese che la sta
trascinando da Santa Monica a New York. Pensa di concludere l’impresa in due
anni!
Ad Amarillo ci fermiamo a dormire sempre nella nostra
auto, ormai abbiamo capito che ci piace proprio. Abbiamo persino comprato un materassino e dei
cuscini per ammorbidire le “curve” del baule. Prepariamo la nostra “suite”
prima di decidere dove dormiremo e poi cerchiamo il parcheggio di un motel, un
posto che ci sembra sicuro perché ci sono delle persone.
Anche in questi due giorni abbiamo percorso una media di
300 miglia al giorno, quasi 500 km.
Siamo sempre in auto. Comunque viaggiare negli Stati Uniti è molto più comodo
che viaggiare in Europa: c’è poco traffico, si va piano, le strade sono larghe
e gli automobilisti americani sono molto tranquilli ed educati.
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